Cultura è lavoro: successo per la manifestazione al Pantheon contro le politiche culturali del Governo

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Roma, 1 dicembre – Un secco no alle politiche occupazionali del Governo Renzi nei beni culturali, quello che arriva dalle associazioni di professionisti che sabato 29 novembre hanno occupato il Pantheon in un blitz spontaneo al termine della manifestazione “Cultura è lavoro” indetta dal coordinamento Confassociazioni Beni Culturali, cui hanno aderito numerose Associazioni di settore ( qui: http://www.confassociazioni.eu/29n-adesioni/ )
Archeologi, archivisti, bibliotecari, restauratori e storici dell’arte hanno portato le loro istanze, sintetizzate in 9 punti (qui: http://www.confassociazioni.eu/…/uploads/2014/11/Cosa-chied… ), sfidando il ministro Franceschini sulle dichiarazioni del suo insediamento: “Il Ministero dei Beni Culturali è il più importante ministero economico del Paese”.

“La manifestazione al Pantheon – dichiara Angelo Deiana, presidente Confassociazioni – dimostra che i professionisti dei Beni Culturali sono sempre più determinati nel ribadire con forza la necessità di un reale cambiamento di rotta nelle politiche culturali del Paese, per il recupero della dignità professionale ed in difesa delle proprie competenze. E un risultato parziale si è avuto domenica con l’approvazione alla Camera della legge di Stabilità che conferma l’aliquota al 24% per i professionisti iscritti alla gestione separata INPS”

“Esprimiamo la nostra soddisfazione – dichiara Raffaele Di Costanzo, portavoce di Arch. I. M. – per la riuscita della manifestazione e siamo disponibili ad intraprendere ogni e più opportuna iniziativa volta a tutelare la credibilità e la dignità dei professionisti dei BB.CC. Auspichiamo che il neonato coordinamento di Confassociazioni Beni Culturali possa determinare le condizioni organizzative essenziali per l’apertura di un dialogo con le istituzioni nazionali e regionali e locali volta ad avviare politiche di investimento e di occupazione in ogni settore dei beni culturali.”

“Come storici dell’arte – dichiara Stefania Ventra, portavoce Startim – non importa se impegnati nella ricerca o nella tutela, o se operanti come liberi professionisti, la sfida comune è la difesa dei nostri diritti e delle nostre competenze come lavoratori, e la salvaguardia del patrimonio culturale come patrimonio della cittadinanza intera.”

“Le scelte ottuse e le finte riforme operate dalle attuali Istituzioni stanno danneggiando inesorabilmente il nostro prezioso patrimonio culturale – dichiara Beatrice Mastrorilli per SAU – e come se non bastasse la logica del massimo ribasso, esplicata attraverso l’incapacità politica di creare offerta occupazionale concreta, laddove ve ne sarebbe opportunità, offende e frustra tutta una generazione di eccellenti specialisti costringendola al più umiliante precariato. “

”Chi studia beni culturali, archeologia, restauro, storia e storia dell’arte vede all’orizzonte un futuro di precarietà e basse retribuzioni. – racconta Guido Cioni dell’esecutivo nazionale della Rete della Conoscenza – È il frutto di una politica miope che umilia gli operatori dei beni culturali e disconosce un’intera generazione altamente formata in atenei e scuole di specializzazione spingendola alla fuga verso l’estero. Per questo come studenti siamo scesi in piazza a fianco dei professionisti dei beni culturali”

“Non c’è tutela e valorizzazione dei beni culturali – afferma Nadia Di Bella, portavoce GBeA – senza un’adeguata strategia di pianificazione e programmazione di medio e lungo termine che, per sua natura, richiede investimenti economici.”

“Il Ministro Franceschini non può fingere che non esistiamo! – incalza Andrea Cipriani, Associazione La Ragione del Restauro – Credo sia indispensabile un incontro in tempi stretti con il ministro e con le commissioni parlamentari incaricate. Questa situazione è durata troppo a lungo! I professionisti dei Beni Culturali non sono più disposti a subire passivamente, il Governo e le Istituzioni non possono più ignorarci”.

“Al Ministro Franceschini – conclude Salvo Barrano, presidente dell’Associazione Nazionale Archeologi e portavoce del Coordinamento Confassociazioni Beni Culturali – ribadiamo: lo sviluppo, per essere tale, deve generare lavoro e ricchezza. Senza lavoro diventa solo un tirare a campare, magari assegnando qualche spiccio per qualche mese a qualche giovane. O peggio: prendendo soldi dalla Cultura senza volerli reinvestire creando buona occupazione”.

-Cultura è lavoro. Il Paese ci guadagna. Le persone contano, le qualità costano, le competenze si pagano-

29 NOVEMBRE H. 10, PIAZZA DEL PANTHEON A ROMA: MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEI PROFESSIONISTI DEI BENI CULTURALI

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Roma, 24 novembre- Il 29 novembre i professionisti dei Beni Culturali scendono in piazza, per la seconda volta nel 2014, a Roma (Pantheon, h. 10), per dare voce alle esigenze comuni di archeologi, archivisti, bibliotecari, restauratori e storici dell’arte e sfidare il Governo sulle politiche culturali e sulla valorizzazione del patrimonio storico-artistico.

“Negli ultimi mesi assistiamo all’indifferenza arrogante da parte del Governo e degli Enti locali verso gli specialisti dei beni culturali – spiega Salvo Barrano, Vicepresidente di Confassociazioni e portavoce del Coordinamento Confassociazioni Beni Culturali – attraverso scelte che sacrificano le competenze in nome di una spregiudicata “gestione a costo zero”. Le iniziative del Governo e dei Sindaci rappresentano la resa delle istituzioni, che liquidano per sempre intere generazioni di professionisti e gli investimenti occorsi per formarli, favorendo una concorrenza al ribasso che non genera né valore né sviluppo”.

“La conoscenza e la professionalità – prosegue Angelo Deiana, Presidente di Confassociazioni – rappresentano un valore e vanno sempre retribuite in maniera adeguata. Chi non lo fa si assume la grave responsabilità di svalutare un patrimonio unico di competenze e di innalzare i livelli di disoccupazione intellettuale. Le risorse si possono trovare, ma occorre sedersi e ragionare insieme per programmare priorità ed interventi”.

“Ci attendiamo – conclude Barrano – che il ministro Franceschini sappia cogliere l’opportunità per fare davvero del Mibact il Ministero Economico più importante della Repubblica e non solo uno strumento, per quanto sofisticato, di propaganda politica”.

Cultura è Lavoro

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un continuo attacco nei confronti dei lavoratori dei beni culturali e delle loro prerogative. Dal ricorso indiscriminato al massimo ribasso negli appalti all’abuso del volontariato per abbattere i costi del lavoro passando per il bando “500 giovani” volto allo sfruttamento inaccettabile di lavoratori spacciati per tirocinanti. Le politiche del Governo e delle amministrazioni locali continuano a indurre nel settore dei Beni Culturali una incessante concorrenza al ribasso che non porta da nessuna parte perché non genera valore e sviluppo. Per protestare contro questa visione miope, che usa la cultura solamente per motivi propagandistici, scenderemo in piazza a Roma il prossimo 29 novembre.

Promotore: Coordinamento Confassociazioni Beni Culturali composto da

Associazione Nazionale Archeologi

Archim – Archivisti In Movimento

Giovani bibliotecari e aspiranti

La Ragione del Restauro

SAU Storici dell’Arte Unitari

Storici dell’Arte in Movimento

Adesioni:

Rete della Conoscenza

Associazione XX Maggio

Associazione Culturale Mnemosyne

Aicrab – Associazione Italiana dei Conservatori e Restauratori degli Archivi e delle Biblioteche