Liberalizzazione delle fotoriproduzioni per uso di studio in archivi e biblioteche

Arch.I.M. accoglie con soddisfazione la notizia della liberalizzazione delle fotoriproduzioni per uso di studio in archivi e biblioteche statali, nel rispetto della tutela e dell’integrità del materiale, contenuta nel DDL Concorrenza.

Si tratta di una semplificazione notevole, che andrà ad influire positivamente sull’attività quotidiana dei ricercatori e dei professionisti d’archivio, i quali potranno così usufruire di uno strumento significativo per velocizzare le proprie attività senza far lievitare le spese lavorative e di ricerca.

I nostri complimenti vanno al nostro associato Mirco Modolo che ha perseguito con tenacia e capacità questo obbiettivo nell’ambito del Movimento Foto Libere per i Beni Culturali, con il quale ci siamo trovati a collaborare direttamente in occasione di campagne di comunicazione pubblica e di incontri presso il Ministero con le autorità competenti.

Il Direttivo Arch.I.M.

Foto libere per i Beni Culturali: appello per l’approvazione rapida e senza modifiche del ddl concorrenza

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Paolo Gentiloni

Al Ministro dello Sviluppo Economico
Carlo Calenda

Al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Dario Franceschini

Al Presidente della X Commissione – Camera dei Deputati
Guglielmo Epifani

Oggetto: Liberalizzare la fotografia digitale in archivi e biblioteche per finalità di ricerca: appello per l’approvazione rapida e senza modifiche del ddl concorrenza

Il disegno di legge sulla concorrenza, che si appresta ad essere approvato alla Camera il 26 giugno, rappresenta una opportunità irripetibile per agevolare il settore della ricerca storica, ma anche per valorizzare lo straordinario patrimonio documentario che è custodito nelle biblioteche e negli archivi pubblici d’Italia.
Nel ddl è infatti inserita una misura (Art. 1, comma 172), già accolta dal Ministro Franceschini a seguito di numerose richieste avanzate dalla comunità degli studiosi, che darebbe finalmente la possibilità agli utenti di archivi e biblioteche fare uso del mezzo digitale proprio (fotocamera o smartphone) per riprodurre liberamente volumi storici e manoscritti per finalità di ricerca.
Contrariamente a quanto accade oggi nei maggiori istituti culturali d’Europa, in Italia la riproduzione digitale con mezzo proprio è interdetta o sottoposta a tariffe, provocando notevole disagio in termini di tempo e denaro a tutti coloro i quali svolgono quelle attività di studio che restituiscono valore e significato ai beni bibliografici e archivistici.
Liberalizzare la fotografia nell’era del digitale significherebbe non solo promuovere l’attività di ricerca storica, come prevede l’art. 9 della Costituzione, ma anche garantire le condizioni migliori per un esercizio efficace delle politiche di tutela e di valorizzazione del nostro patrimonio culturale.
Rivolgiamo pertanto il nostro appello al Governo e al Parlamento affinché l’iter del ddl concorrenza, che giace in parlamento da oltre due anni, possa finalmente concludersi con l’approvazione, definitiva e senza ulteriori modifiche, del testo già licenziato dal Senato il 3 maggio scorso.

Fotografie Libere per i Beni Culturali (Movimento a favore della riproduzione libera e gratuita delle fonti documentarie in archivi e biblioteche per finalità di ricerca)
Archivisti in Movimento (Arch.I.M.)
Associazione Nazionale Archeologi (ANA)
Associazione Nazionale Archivistica Italiana (ANAI)
Confederazione Italiana Archeologi (CIA)
Wikimedia Italia (Associazione per la diffusione della conoscenza libera)

Solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto

Gli Archivisti in Movimento, profondamente addolorati per il drammatico evento sismico che ha travolto tante vite, esprimono sincero cordoglio a quanti sono stati colpiti negli affetti e in pari tempo gratitudine a quanti della propria comunità vedono spostarsi per aggiungersi ai soccorritori.

Ci mettiamo a disposizione per la diffusione di ogni comunicazione utile; segnaliamo inoltre agli archivisti che intendano volontariamente coadiuvare le amministrazioni in eventuali recuperi che l’associazione SOS Archivi ha attivato allo scopo l’indirizzo emergenzaterremoto@sosarchivi.it e l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici ha messo a disposizione una scrivania virtuale BBCC dedicata all’emergenza terremoto e una casella di posta per eventuali comunicazioni unbc@chiesacattolica.it.

Attivata la convenzione tra Arch.I.M. e Regesta.exe

Arch.I.M. ha firmato, in via Monte Zebio 19 a Roma, il giorno 21 marzo 2016, una convenzione di collaborazione con regesta.exe riguardante l’utilizzo della piattaforma di descrizione multimediale open source xDams nell’esercizio della professione archivistica nei confronti di committenti terzi.

Archim-RegestaPer gli associati Arch.I.M. saranno disponibili, per lo svolgimento della propria attività professionale, strumenti differenziati di descrizione dei materiali di archivio, di pubblicazione, condivisione, conservazione e gestione del patrimonio digitale inventariato. L’accordo prevede inoltre il sostegno ad Arch.I.M., da parte dello staff di archivisti informatici e tecnici di regesta.exe, nelle attività di formazione e promozione sull’uso della piattaforma dirette ai propri associati. Gli associati Arch.I.M. potranno proporre ai propri committenti (istituzioni, aziende, professionisti, pubbliche amministrazioni, privati cittadini) tutti i servizi al centro della convenzione.

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L’emergenza nascosta: archivi, biblioteche e il futuro della ricerca in Italia

L’incontro promosso dal Coordinamento nazionale per gli archivi e le biblioteche che avrà luogo presso la Sala Alessandrina dell’Archivio di Stato di Roma il 15 aprile 2016, ne segna la prima manifestazione pubblica.

Segnaliamo ed invitiamo alla diffusione. Segue programma.

Coordinamentoarchbib

Se chiude per un giorno il Colosseo, tutti i giornali ne parlano. Se per tre anni chiude la principale emeroteca italiana e se il principale Archivio di Stato italiano diminuisce di oltre il 60% il numero di faldoni che ogni ricercatore può richiedere al giorno, nessun giornale ne parla. Il taglio dei servizi al pubblico di archivi e biblioteche, però, costringe storici e altri ricercatori a rinunciare ai propri progetti di ricerca o a ridimensionarli fortemente. Continua a leggere “L’emergenza nascosta: archivi, biblioteche e il futuro della ricerca in Italia”

Archivi in Europa. Prospettive, strumenti e opportunità | 29 gennaio Roma

Arch.I.M. – Archivisti In Movimento, in collaborazione con l’associazione Kean e con l’Archivio di Stato di Roma, è lieta di invitarvi al seminario “Archivi in Europa. Prospettive, strumenti e opportunità”, che si terrà il 29 gennaio 2016, dalle ore 15.00 alle ore 18.00 presso la Sala Alessandrina dell’Archivio di Stato di Roma.

Il seminario sarà tenuto dal dott. Riccardo Onori dell’associazione Kean, e riguarderà i seguenti temi:

  • i programmi di finanziamento europeo come strumento principe nelle politiche comunitarie per lo sviluppo socio-economico dell’UE;
  • gli strumenti per gli archivi;
  • i programmi principali di riferimento, caratteristiche e modalità di partecipazione.
  • Il ciclo di programmazione, identificazione e proposizione;
  • i tavoli tematici di KEAN e il piano di collaborazione annuale.

All’evento sarà possibile richiedere la tessera dell’associazione Archim e dell’associazione Kean. Continua a leggere “Archivi in Europa. Prospettive, strumenti e opportunità | 29 gennaio Roma”

Comitato per la Bellezza/Patrimonio Sos. Nel caos del Ministero, vanno a fondo gli Archivi

Pubblichiamo anche qui per ulteriore diffusione l’articolo di Vittorio Emiliani.

Dove va il Ministero per i Beni Culturali e il Turismo sulla strada esasperata della “valorizzazione”? Per ora sembra in stato confusionale, al di là di quello che scrivono tanti trombettieri. Per i Musei piovono decine di nomine che però per i Musei non autonomi al 35 per cento (dato ufficiale) vengono rifiutate dai prescelti. In certe Soprintendenze dove si sono assurdamente accorpati i beni storico-artistici e quelli architettonici non ci sono più storici dell’arte e se qualcuno chiede di valutare un quadro o una pala, gli rispondono imbarazzati che loro in quell’ufficio sono tutti architetti. Gli storici dell’arte o gli archeologi passati ai Musei spesso sono destinati a coprire due o tre istituzioni fra loro lontane chilometri. Un solo direttore è stato previsto per i Musei archeologici di Sibari e di Vibo Valentia (168 Km e due ore circa di viaggio in auto, ma chi paga la benzina?) e sempre un solo direttore deve reggere i Musei di Manfredonia (Foggia) e Gioia del Colle (Bari) e relative aree archeologiche fra cui corrono 161,4 Km per oltre un’ora e tre quarti di viaggio (e 12 litri di carburante). E’ la valorizzazione, bellezza!

Purtroppo c’è di peggio. Agli Archivi di Stato – che già sono considerati la Cenerentola del Mibact – vengono inferti altri danni. In particolare all’Archivio Centrale dello Stato che l’indimenticato direttore Mario Serio aveva portato a livelli di efficienza rari nel grande fabbricato dell’Eur destinato, se ben ricordo, al Ministero e al Museo fascista della Guerra. Cosa succede ora? Il Segretariato generale del Mibact ha deciso di spostare il Museo Nazionale di Arte Orientale (sinora situato nel palazzo Brancaccio, in via Merulana) nella sede dell’Archivio Centrale dello Stato, sgomberando il primo piano del deposito laterale dell’Archivio stesso. Pur sapendo benissimo (se non lo sanno, è di una gravità assoluta) che i suoi depositi sono da tempo strapieni tant’è che uno spazio supplementare è stato affittato a Pomezia in un magazzino…industriale, senza una sala di studio e neppure uno spazio dove gli archivisti possano lavorare per riordinare le carte. Ma pure quel magazzino di Pomezia è saturo. Adesso si tratta di far posto ai 23 km circa di documenti sin qui conservati negli spazi dell’Eur che si vengono dati al Museo Nazionale delle Arti Orientali. Finiranno in qualche altro deposito decentrato quei 23 Km?

Il 16 novembre, il Consiglio superiore per i beni paesaggistici ha approvato una mozione in cui ha espresso “viva preoccupazione” per la situazione in cui versano gli Archivi di Stato ed ha raccomandato che gli stessi siano dotati di ulteriori locali di deposito, per poter riceve i versamenti di documentazione che ora sono bloccati per mancanza di spazio. La Corte d’Appello di Roma vorrebbe riversare all’Archivio di Stato di Roma gli atti della Corte d’assise per gli anni ’70 e ’80, cioè su terrorismo, delitto Moro, attentato al papa e altre cosucce, ma tutto è bloccato perché non c’è già più posto. Eppure l’Agenzia del Demanio ha definito “operazione attendibile” questo trasloco del prezioso Museo Nazionale di Arte Orientale intitolato a Giuseppe Tucci. “Attendibile”, per chi? Non si sa visto che negli spazi di Palazzo Brancaccio dispone di oltre 4.800 metri quadrati e che gli stessi sono del Comune di Roma col quale un accordo non dovrebbe essere impossibile. Fra l’altro negli ultimi venticinque anni il Ministero vi ha speso circa 2 milioni di euro per attrezzare i locali di deposito di ben 30.000 pezzi di pregio, ruotati in mostre ed esposizioni permanenti.

Del resto, il dramma è nazionale: meno del 35% delle sedi di Archivi di Stato e Soprintendenze sono demaniali, le restanti sedi risultano in locazione e i canoni d’affitto ammontano complessivamente a più di 22,5 milioni di euro, pari ad oltre i 4/5 del bilancio dell’Amministrazione archivistica. Una follia pura coi tanti edifici demaniali vuoti o sottoutilizzati esistenti. E vogliamo ripetere qual è la situazione del personale archivistico che oggi dovrebbe poter digitalizzare e rendere fruibili telematicamente un numero grandissimo di documenti?

Il numero complessivo degli addetti è crollato dagli 830 del 1998 agli attuali 621 (- 25,4 %, un quarto, spariti). Nessuno di quelli in ruolo ha meno di 37 anni, mentre il 66 % dei funzionari archivisti conta più di 60 anni. Vuol dire che, con questo trend, fra non molto gli archivi dello Stato chiuderanno i battenti per mancanza di personale qualificato. E di tutto il resto. Tranne il patrimonio di secoli di storia. Chiuso chissà dove e infrequentabile. Purtroppo sono fatti tragicamente reali. Ma su giornali e telegiornali non fanno notizia. Bisogna essere tutti ottimisti, proiettati nel futuro. Il passato ai Gufi.

Archim nel Coordinamento Nazionale per gli Archivi e le Biblioteche

Archim-coordinamentoAB2Gli Archim partecipano al Coordinamento Nazionale per gli Archivi e le Biblioteche sin dalla sua prima riunione pisana, l’8 febbraio 2014. Oltre a Natalia Piombino, già instancabile coordinatrice dell’Associazione Lettori della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, il Coordinamento ha visto cofondatori Amici BUP – Biblioteca Universitaria di Pisa, GBeA – Giovani Bibliotecari e Aspiranti, Università di Palermo – Dipartimento di Scienze Umanistiche, CGIL – FP – Beni Culturali; oltre a SIS – Società Italiana delle Storiche, SISEM – Società per lo Studio dell’Età Moderna e SSISCO – Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea, il Coordinamento ha ricevuto nel tempo continue adesioni non solo di illustri istituti ed associazioni, ma soprattutto di professionisti intenzionati a convergere su intenti ed azioni comuni. Indirizziamo dunque gratitudine a lei ed a tutti loro, confermando convinta adesione ed impegno per un proficuo cammino insieme.

Sì alla liberalizzazione delle riproduzioni fotografiche a scopo di studio in Archivi e Biblioteche

Arch.I.M. – Archivisti In Movimento è favorevole alla liberalizzazione delle riproduzioni fotografiche a scopo di studio in archivi e biblioteche. Non sussistono infatti ragioni valide per non estendere la liberalizzazione, introdotto dall’Art Bonus circa un anno fa, anche ai beni archivistici e librari. Non ragioni di tutela: come autorevolmente sostenuto da studiosi del calibro di Carlo Federici, per noi vale il principio “Se è consultabile, è riproducibile”. I mezzi fotografici di cui siamo dotati eliminano infatti ogni rischio di contatto con il supporto scrittorio, purché sia esercitata, ovviamente, la debita e indispensabile sorveglianza su tutte le attività che avvengono nelle sale di studio. Non ragioni di natura finanziaria: i costi di riproduzione a carico degli utenti non solo costituiscono un limite alla libera fruibilità del Bene Culturale – che noi, come professionisti della mediazione archivistica, siamo tenuti ad assicurare, fatte salve le esigenze di cui poc’anzi – ma garantiscono un gettito assai limitato e non decisivo per le casse del Mibact, e che non deve anzi essere utilizzato per giustificare la prolungata assenza di finanziamenti strutturali di ben altra portata agli istituti di conservazione e valorizzazione.

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