Commentiamo con interesse e favore l’annuncio, diffuso con comunicato stampa Mibact del 15 ottobre 2015, – afferma Angelo Restaino, presidente Arch.I.M. – della volontà di destinare nuovi finanziamenti al comparto Beni Culturali previsto nella Legge di Stabilità (+ 8% nel 2016, + 10% nel 2017), e di indire concorso straordinario per 500 assunzioni di professionisti dei Beni Culturali da parte del Ministero. È notevole infatti che si tratti, a quanto prospettato, di un concorso destinato a figure tecniche, di funzionari e non ad assistenti alla vigilanza o ad amministrativi, e che i vincitori della procedura saranno assunti direttamente da parte del Mibact e non tramite le società in house del Ministero. Attendiamo di leggere il bando per pronunciarci nel merito delle modalità di selezione del concorso annunciato.
Ci sembra inoltre un segnale positivo, come pure annunciato sul sito del Ministero, la prospettata volontà di invertire il trend ormai quasi ventennale di sistematici tagli ai Beni Culturali, prevedendo, in particolare per il settore che ci interessa, come cita il suddetto comunicato, un «+30 milioni ogni anno per Archivi, Biblioteche e Istituti del Ministero» (segnatamente Archivio Centrale dello Stato e Istituto Centrale per gli Archivi). Anche in questo caso sarà necessario attendere i dettagli del provvedimento per valutarne l’impatto.
Se a questi annunci faranno seguito provvedimenti concreti, si tratterebbe di un segnale senz’altro positivo, giunto dopo anni di richieste da parte dei professionisti del settore, e di un principio di inversione di tendenza, che però non potrebbe certo considerarsi la panacea o la soluzione definitiva a tutti i mali del patrimonio culturale italiano: a fronte dei prospettati tagli alle piante organiche del Mibact diffusi nel luglio scorso, una efficace tutela e valorizzazione dei nostri Beni Culturali hanno bisogno in definitiva di ben altre risorse umane e di finanziamenti strutturali, reperibili a nostro avviso anche a partire dalla trasformazione dei circa 19 milioni di euro di fitti passivi delle sedi d’archivio italiane in altrettante risorse da investire in capitale umano e infrastrutture nel settore archivistico.