Libere riproduzioni con mezzo proprio: lettera di Archim alla direzione dell’Archivio di Stato di Palermo

Archivisti in Movimento (Arch.I.M.) esprime notevole soddisfazione per il nuovo regime di libera riproduzione dei beni bibliografici e archivistici introdotto dalla L. 124/2017, e normato dalle circolari 33 e 39 della Direzione Generale Archivi, nella convinzione che la nuova misura sia un valido ausilio per l’attività di ricerca storica, svolta a qualunque titolo.

Non tutti gli archivi di Stato italiani risultano però ancora allineati alle nuove disposizioni di legge. A seguito delle criticità riscontrate presso l’archivio di Stato di Palermo, Archim ha quindi ritenuto opportuno inviare una lettera formale al suo direttore caldeggiando una revisione del regolamento interno.

Presso l’archivio di Stato di Palermo si continua infatti a richiedere una autorizzazione alla riproduzione con mezzi propri del materiale, richieste che per di più vengono sistematicamente rigettate dalla direzione con il pretesto della tutela del materiale stesso, pur riguardando materiale già consultabile in via ordinaria. Nella lettera alla direzione dell’archivio di Palermo abbiamo fatto osservare che la richiesta preventiva di autorizzazione è illegittima, in quanto soppressa dalla L. 124/2017 che ha riformulato l’art. 108 del codice dei beni culturali, mentre il diniego programmatico opposto a ogni richiesta costringe gli studiosi a ricorrere al servizio interno di riproduzioni, comportando un inutile dispendio di tempo e denaro che annulla di fatto qualunque beneficio per la ricerca introdotto dalla liberalizzazione.

Sempre l’archivio di Palermo sottopone a tariffa le digitalizzazioni già eseguite dall’istituto, nonostante la previsione di gratuità disposta dalla circolare n. 33 della Direzione Generale Archivi, la quale in ciò ha evidentemente recepito -al pari della circolare n. 17 della Direzione Generale Biblioteche- la raccomandazione n. 5 della mozione del Consiglio Superiore Mibact, secondo cui il rimborso sarebbe limitato “ai casi in cui l’utente decida egli stesso di ricorrere al servizio di riproduzione per una copia non altrimenti disponibile”. Le tariffe sulle riproduzioni già disponibili non possono certo essere considerate un rimborso per le spese già sostenute dall’amministrazione, perché altrimenti verrebbe meno il principio di gratuità. Per le immagini già acquisite è invece auspicabile la pubblicazione online nel sito web istituzionale dell’istituto e, nell’attesa che ciò avvenga, siano cedute gratuitamente ai richiedenti.

Archim ritiene infine non soddisfacente la risposta della Direzione dell’Archivio di Stato di Palermo (che pubblichiamo di seguito) rispetto a quanto è stato appena argomentato. Nel testo del documento si continua infatti a fare riferimento all’autorizzazione preventiva (“ad avvenuta autorizzazione di riproduzione con mezzo proprio”) e si interpreta come “rimborso spese” le tariffe sulla cessione delle digitalizzazioni già disponibili.

Scarica -> Lettera inviata da Archim alla Direzione dell’Archivio di Stato di Palermo

Scarica -> Risposta della Direzione dell’Archivio di Stato di Palermo

Nota n. 4298 del 30.11.2017

Liberalizzazione delle fotoriproduzioni per uso di studio in archivi e biblioteche

Arch.I.M. accoglie con soddisfazione la notizia della liberalizzazione delle fotoriproduzioni per uso di studio in archivi e biblioteche statali, nel rispetto della tutela e dell’integrità del materiale, contenuta nel DDL Concorrenza.

Si tratta di una semplificazione notevole, che andrà ad influire positivamente sull’attività quotidiana dei ricercatori e dei professionisti d’archivio, i quali potranno così usufruire di uno strumento significativo per velocizzare le proprie attività senza far lievitare le spese lavorative e di ricerca.

I nostri complimenti vanno al nostro associato Mirco Modolo che ha perseguito con tenacia e capacità questo obbiettivo nell’ambito del Movimento Foto Libere per i Beni Culturali, con il quale ci siamo trovati a collaborare direttamente in occasione di campagne di comunicazione pubblica e di incontri presso il Ministero con le autorità competenti.

Il Direttivo Arch.I.M.

Foto libere per i Beni Culturali: appello per l’approvazione rapida e senza modifiche del ddl concorrenza

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Paolo Gentiloni

Al Ministro dello Sviluppo Economico
Carlo Calenda

Al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Dario Franceschini

Al Presidente della X Commissione – Camera dei Deputati
Guglielmo Epifani

Oggetto: Liberalizzare la fotografia digitale in archivi e biblioteche per finalità di ricerca: appello per l’approvazione rapida e senza modifiche del ddl concorrenza

Il disegno di legge sulla concorrenza, che si appresta ad essere approvato alla Camera il 26 giugno, rappresenta una opportunità irripetibile per agevolare il settore della ricerca storica, ma anche per valorizzare lo straordinario patrimonio documentario che è custodito nelle biblioteche e negli archivi pubblici d’Italia.
Nel ddl è infatti inserita una misura (Art. 1, comma 172), già accolta dal Ministro Franceschini a seguito di numerose richieste avanzate dalla comunità degli studiosi, che darebbe finalmente la possibilità agli utenti di archivi e biblioteche fare uso del mezzo digitale proprio (fotocamera o smartphone) per riprodurre liberamente volumi storici e manoscritti per finalità di ricerca.
Contrariamente a quanto accade oggi nei maggiori istituti culturali d’Europa, in Italia la riproduzione digitale con mezzo proprio è interdetta o sottoposta a tariffe, provocando notevole disagio in termini di tempo e denaro a tutti coloro i quali svolgono quelle attività di studio che restituiscono valore e significato ai beni bibliografici e archivistici.
Liberalizzare la fotografia nell’era del digitale significherebbe non solo promuovere l’attività di ricerca storica, come prevede l’art. 9 della Costituzione, ma anche garantire le condizioni migliori per un esercizio efficace delle politiche di tutela e di valorizzazione del nostro patrimonio culturale.
Rivolgiamo pertanto il nostro appello al Governo e al Parlamento affinché l’iter del ddl concorrenza, che giace in parlamento da oltre due anni, possa finalmente concludersi con l’approvazione, definitiva e senza ulteriori modifiche, del testo già licenziato dal Senato il 3 maggio scorso.

Fotografie Libere per i Beni Culturali (Movimento a favore della riproduzione libera e gratuita delle fonti documentarie in archivi e biblioteche per finalità di ricerca)
Archivisti in Movimento (Arch.I.M.)
Associazione Nazionale Archeologi (ANA)
Associazione Nazionale Archivistica Italiana (ANAI)
Confederazione Italiana Archeologi (CIA)
Wikimedia Italia (Associazione per la diffusione della conoscenza libera)

Sì alla liberalizzazione delle riproduzioni fotografiche a scopo di studio in Archivi e Biblioteche

Arch.I.M. – Archivisti In Movimento è favorevole alla liberalizzazione delle riproduzioni fotografiche a scopo di studio in archivi e biblioteche. Non sussistono infatti ragioni valide per non estendere la liberalizzazione, introdotto dall’Art Bonus circa un anno fa, anche ai beni archivistici e librari. Non ragioni di tutela: come autorevolmente sostenuto da studiosi del calibro di Carlo Federici, per noi vale il principio “Se è consultabile, è riproducibile”. I mezzi fotografici di cui siamo dotati eliminano infatti ogni rischio di contatto con il supporto scrittorio, purché sia esercitata, ovviamente, la debita e indispensabile sorveglianza su tutte le attività che avvengono nelle sale di studio. Non ragioni di natura finanziaria: i costi di riproduzione a carico degli utenti non solo costituiscono un limite alla libera fruibilità del Bene Culturale – che noi, come professionisti della mediazione archivistica, siamo tenuti ad assicurare, fatte salve le esigenze di cui poc’anzi – ma garantiscono un gettito assai limitato e non decisivo per le casse del Mibact, e che non deve anzi essere utilizzato per giustificare la prolungata assenza di finanziamenti strutturali di ben altra portata agli istituti di conservazione e valorizzazione.

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